Il racconto di una coppia che ha accolto la sfida
«Abbiamo accettato volentieri l’invito a raccontare la nostra storia sull’affido affinché si possa capire quanto questa esperienza comporti. Non nascondiamo le difficoltà, che non sono mancate nel percorso educativo e di integrazione dei ragazzi che ci sono stati affidati, ma crediamo che la convinzione di considerarli a tutti gli effetti come nostri figli sia stata fondamentale. In particolare, lo è stato per il legame affettivo che si è creato e per la trasmissione dei valori per noi essenziali. Siamo certi che i ragazzi abbiano recepito il valore della famiglia come relazione basata sul rispetto, il dialogo e l’amore capaci di infondere sicurezza tra i suoi componenti. Ora che sono diventati adulti, spetta loro il compito di continuare nel cammino tracciato: noi li seguiremo con l’affetto e la testimonianza di cui siamo capaci.
Siamo convinti che la possibilità di offrire un’esperienza familiare ai minori, che hanno sofferto dei disagi, è un grande dono che può lenire ferite profonde e arricchire le persone coinvolte in questa sfida coraggiosa e rischiosa, ma profondamente umana e carica di speranza. Siamo grati al CAM – Centro Ausiliario per i Minori che ci ha aiutati e seguiti durante tutto il periodo dell’affido. Il confronto con altri genitori affidatari, il sostegno psicologico ricevuto nel corso degli incontri di gruppo durante i quali abbiamo condiviso non solo momenti critici della nostra storia di affido, ma anche passaggi positivi ed evoluzioni dei giovani, la disponibilità dei volontari sono stati un supporto costante che ci ha permesso di concludere positivamente la nostra esperienza».